20070925

Bambole di puzza.

Mi potrei dedicare ad argomenti classici per un post/racconto/riflessione (sono infastidito dal fatto che non esistano pronomi/articoli/aggettivi/avverbi asessuati da utilizzare per elenchi/enumerazioni (per te)) come la creazione dell'universo, o come quella volta che ho attraversato l'aldilà per una donna, o come un romanzo harmony ambientato ai tempi di un dominio straniero con un'epidemia a fare da sfondo.
Oppure potrei fare la gioia di una persona parlando di cacca.

Invece eccomi qua senza un argomento ben definito. Per questo mi dedicherò alla definizione del fatto di avere un argomento, dimostrando nel contempo la totale mancanza di una tesi in quello che voglio dire.
Ecco, appunto.
L'altro giorno riflettevo che se io fossi uno dei cattivi di vari film/cartoni/fumetti, avrei vinto... Se fossi Magneto, in scioltezza. Se fossi i cattivi-quasi-divini di certi cartoni (spesso giapponesi) ancora con più facilità, perchè avrei poteri più vasti ed avversari anche più inetti. E dicono che nelle scuole le cose vanno tutte a rotoli.
Aha...
Scegliendo un personaggio mitologico, potrei essere Caronte, per il mestiere ed il relax, Thor, per causa manifesta, Loki, perchè gli voglio bene, Milingo, perchè se lo merita, un Leprecauno, come per Thor, le bombe di Hiroshima e Nagasaki, per disinnescarmi e approfittare della situazione per visitare il Giappone (Giappone Giappone Giappone, l'ho detto spesso oggi). Giocherei a rugby, football gaelico (non meritate un link), hurling, briscola, Munchkin.





Cosa stavamo dicendo?

20070910

nameless thing

Speciali. Nel non mondo della fantasia tutti siamo speciali. Ma invece cosa facciamo. Stiamo qui. Stiamo partecipando alla stesura del racconto che in futuro tradurranno in nuovi linguaggi, taglieranno, ricontestualizzeranno, e chiameranno storia? Forse siamo per lo più solo spettatori, e le persone che interpretano i personaggi principali non sono nemmeno più persone come vorremmo, ma cose, numeri, sequenze di lettere scritte su registri. Magari possiamo sperare che alcune persone siano almeno delle comparse. Almeno da spettatori ci rimane il diritto di rumoreggiare, applaudire i nostri idoli, o le scene che ci sono piaciute, ci hanno toccati, ci hanno commossi. Gridare i nostri "Buuuuh" ai personaggi che odiamo, a pessime interpretazioni. Sperare che le opinioni che mostriamo servano a fare cambiare qualcosa sul palco. O magari non siamo neppure spettatori. Stiamo lì e basta. Intorno a noi si svolgono gli atti della commedia, della tragedia, del dramma, di quel che è, come se noi fossimo la scenografia, anche meno. E intanto cosa? Ci chiamiamo speciali. Gridiamo a noi stessi che la mediocrità è di per sè speciale. Che immersi in masse mute, la nostra voce può farsi sentire. Io non la sento. Non mi piace il teatro. Il teatro puzza. Preferisco stare al parco di fuori e leggermi cosa ha scritto l'autore. Evito anche la critica. I critici sono i peggiori spettatori, perchè pretendono di aspettarsi qualcosa. Al kebabbaro ordinano il kebab, e non considerano neppure il felafel, ma poi si lamentano. Scelgono sempre la pizza dal menu, senza considerare variazioni sul tema, e storcono il naso se qualcuno propone variazioni sul tema. Ma poi perchè? Scegliere sempre solo dal menu forse li distingue in qualche modo da qualche cosa, ma secondo me li distingue solo per il fatto che tutti insieme su una massa di non-individui indistinguibili gli uni dagli altri. Se fossimo suoni, loro sarebbero una singola noiosa parola, ripetuta ossessivamente al punto da farle perdere ogni significato. Se fossero un coloro sarebbero tutti insieme un unica macchia di una tinta tra il marrone e il grigio. A me piacerebbe essere il colore che prende l'acqua quando cade, e la luce l'attraversa da ogni direzione. Non che io lo sia. Oltre tutto la troppa luce mi infastidisce, mi acceca, mi stanca proprio fisicamente. E con la troppa luce in genere fa anche caldo, e sono ancora meno propenso a sopportare il caldo rispetto alla luce. Peggio del peggio se il caldo è anche umido. Si suda come dei muli sovraccarichi semplicemente standosene sdraiati accanto ad un ventilatore. Non ci si può muovere che si comincia a grondare da ogni poro. Siamo esseri disgustosi: gli uccelli non sudano. Noi invece abbiamo ereditato anche questa simpatica caratteristica dalle scimmie. Oppure, se vogliamo ascoltare altri, Dio suda e puzza, perchè è come noi. Ed essendo come noi, anche lui è insignificante in mezzo a tanti altri simili. E allora che razza di Dio sarebbe? La religione riesce sempre a raggiungere apici di insensatezza ineguagliabili. Al cattolicesimo mancherebbe solo di dare la comunione con dei ferri da stiro e farebbe jackpot. Ora che l'ho scritto, probabilmente da qualche parte a qualcuno è venuto in mente che non sarebbe una cattiva idea, e si sta attivando per realizzarla. Inoltre ho paura che esista del porno che comporta un uso creativo dei ferri da stiro. Giusto a dimostrare che non stiamo bene, come specie. Specie noi altri, che fin da bambini siamo stati costretti ad imparare cose. Cose fondamentalmente inutili o inutilizzabili, ma che se messe tutte insieme ci mostrano chiaramente come sia fuori da ogni logica l'esistenza del genere umano. Saremmo frutto dell'evoluzione di scimmie. Secondo la selezione naturale, quindi, prendendo un umano medio e mettendolo in una foresta dovrebbe cavarsela meglio di uno scimpanzè? Siamo una devoluzione, o al meglio una situazione transitoria. Probabilmente tra qualche generazione faremo il salto della singolarità, e riusciremo a non essere più degli squallidi bonobi glabri. Magari riusciremo persino a non annichilire il nostro pianeta nel frattempo. Ma questo solo con tanta fortuna. è più probabile che porteremo questa sipatica massa d'acqua che chiamiamo Terra allo sfacelo, e anche in fretta. Vedo continenti adibito a parcheggio per i dirigenti. Vedo anche palloni sospesi per aria e contenenti ecosfere agricole. Ma non durerebbero. Qualche imbecille sbaglierebbe manovra con un aeroplano, e allora BOOM!. E poi per anni, all'anniversario, si riproporrebbero le stesse immagini, idee sempre più vecchie, lunghi elenchi di nomi. Fino a quando non capiti qualcosa di almeno altrettanto grosso, tipo la morte per ictus di qualche ciccione televisivo. Allora lì settimane di tv elegietica, un unica grande opera per celebrare a morte, massificandone immagini e simboli. Così tutti si sentiranno vicini ad un perfetto sconosciuto, e a distanza di mesi potranno guardare le stesse immagini soddisfatti, dicendo che era un grand'uomo e che "hey, guarda, quello sono io! Vedi, là in basso a sinistra. Son quello con la giacca di pelle marrone. Quello dietro la signora obesa col cappellino ridicolo che piange bagnando il cagnetto striminzito che ha in braccio." Non ci vergognamo? Io ci vergognerei se anche solo sperassi che possa servire a qualcosa. Ma poi la gente mi viene a dire che è giusto così (non normale, che avrei anche potuto capire, ma proprio giusto) perchè era una persona importante e buona e saggia e chissà che altro, quando le stesse persone che dicono queste menate hanno passato tutta la sua vita/carriera ad insultarlo per questo o quello (abitudini con le droghe, con l'alcol, col cibo, con le donne, con le tasse). Bene, io dico, bravi. Applausi davvero. Applausi anche per chi passa metà del suo tempo di veglia bestemmiando ed insultando il clero, e poi non perde occasione per mostrarsi a messa se ritiene che socialmente questo possa dargli qualche vantaggio o comodità. Complimenti. E poi come ci si può permettere di lamentarsi del comportamento dei "nostri rappresentanti eletti"? Come si fa, considerando che non si perde poi occasione di sottolineare come al loro posto si farebbe anche di peggio? Dovrebbero lasciare fare a me. Una dittatura tutta mia, dove prendo la gente, una persona per volta, li metto in una stanza e li guardo attraverso un vetro. Gli faccio una domanda ogni tanto. Poi decide a che tipo di lavoro forzato metterli. Farebbe schifo? Sì, certo. A me per primo. Ma che cosa volete, almeno mi leverei qualche soddisfazione a vedere un Mastella a spalare merda, o un Costanzo a raccogliere pomodori. Come potete vedere sarei anche clemente.

20070906

If I were a satanist (my phonecall with the BadGuy)

Yesterday i called Satan. He didn't answer on his mobile, so i thought he was somewhat busy, or working, or something.
Later (i was just about to have dinner) my alarm clock began ringing. As i noted it was showing 6:66 it stopped.
Then my mobile rang.


Me: "Hello?"

Satan: "Heya Bovaz. It's me, Satan."

Me: "Hi Big Boss. How are you doing?"

Satan: "Quite annoyed. It was an hard day at work."

Me: "What the hell happened?"

Satan: "That motherfucking dude. I can't bear him any longer."

Me: "Who?"

Satan: "Always that same one..."

Me: "Which one? The one hanging from the wooden sticks? Or the wurstel-eating-old-maggot?"

Satan: "Actually both."

Me: "I see..."

Satan: "..."

Me: "..."

Satan: "So... How was your day, then?"

Me: "Quite fine. I got you a couple fresh souls."

Satan: "Quite fine indeed. Girls?"

Me: "Yeah."

Satan: "Both of them?"

Me: "Yeah."

Satan: "Nice... Virgins?"

Me: "Nope... But one is pregnant."

Satan: "Great. Any Antichrist potential?"

Me: "Not really, i don't think so. Anyway i'll keep a close look."

Satan: "Good."

Me: "..."

Satan: "Listen, you've been looking for me right?"

Me: "Aye, i tried to call you a cople hours ago."

Satan: "Yeah, sorry, i was working and i left my mobile at home."

Me: "No problem. It's not an emergency."

Satan: "What was that about?"

Me: "I was wondering if you could refill me with some good karma. I gotta catch a fly to Moscow this saturday, and i wouldn't like that bloody karma-rule God put us in to ruin my holidays."

Satan: "Ok man. No problem."

Me: "Thanks Boss, you're a friend."

Satan: "Don't mention it. I'll take care of it tomorrow as i get to my office. Now i need a shower so badly i wouldn't care if hell froze."

Me: "I won't keep you anymore then. See you."

Satan: "Good bye Bovaz."



Andrebbe più o meno così.

(chiedo scusa a chi non capirà per motivi linguistici. Chi non capirà per cause diverse non credo meriti delle scuse.)