20091015

I have a dream

    L'altra notte ho dormito come poche volte prima. Ero un sasso, e neppure il ripetuto suonare delle sveglie che hanno buttato giù il resto della famiglia dai rispettivi letti ha potuto niente contro la mia letargia.
Un'insolita combinazione delle mie condizioni psicofisiche con quelle ambientali ha causato la perseveranza del mio stato onirico mentre mio fratello lanciava il cellulare-sveglia per la stanza nel tentativo di farlo smettere di suonare, cominciava a gridare bestemmie e poi si metteva ad inseguire il cane per recuperare i pezzi in cui di era scisso il Motorola. Sempre senza smettere di bestemmiare. Una volta ricomposto, il cellulare ha ripreso a suonare.
Nel frattempo io sognavo.

    Per qualche motivo che mi sfugge, io, mio fratello e mia madre abitavamo tutti a casa di un prete, casa che ovviamente era parte di una chiesa. Tipo la stanza sul retro, anche se era di fianco. Come è intuibile, io e questo prete non andavamo troppo d'accordo, col fatto che lui è prete, ed io me. Mia madre cercava di mediare, dando fondamentalmente ragione al prete sulla base del fatto che hanno avuto (per cause di forza maggiore. La loro.) ragione per quasi duemila anni. Questo per far capire che, nel mio sogno, ero un poco irascibile.
Ad ogni modo questa parte col prete non è collegata al seguito, se non da una relazione del tipo prima-dopo.
Mentre frugavo tra dei vestiti alla ricerca della mia maglia preferita (blu, slavata, cerniera) ho sentito casino da fuori della chiesa. Senza pensarci su due volte, mi sono trovato in strada, e c'erano degli enormi robottoni, simili agli octuptarra tri-droid di star wars.
Questi robottoni dicevano "nora" e sparavano un raggio che sembava un fulmine ed uccideva quasi tutti quelli che colpiva. Su quelli che sopravvivevano non aveva alcun effetto. Io ero uno dei sopravvissuti, come è chiaro dal fatto che sto raccontandolo.
A quel punto del sogno ho sperato che il raggio uccidesse chiunque fosse religioso, ed ho capito che "nora" voleva dire "ciao".
Parlando con un dirigente IBM che era lì accanto, ho scoperto che invece i robot uccidevano chiunque non avesse un sufficiente grado di affinità con la tecnologia, qualunque cosa questo significhi.

    Per qualche motivo questo sogno mi ha fatto svegliare allegro.

3 commenti:

la zuppa ha detto...

hai provato ad uccidermi

Anonimo ha detto...

io te poet tresette col morto

Matteo Piovanelli ha detto...

non sono più capace a giocare a tresette

dovrete riinsegnarmi, o reinsegnarmi.