20070910

nameless thing

Speciali. Nel non mondo della fantasia tutti siamo speciali. Ma invece cosa facciamo. Stiamo qui. Stiamo partecipando alla stesura del racconto che in futuro tradurranno in nuovi linguaggi, taglieranno, ricontestualizzeranno, e chiameranno storia? Forse siamo per lo più solo spettatori, e le persone che interpretano i personaggi principali non sono nemmeno più persone come vorremmo, ma cose, numeri, sequenze di lettere scritte su registri. Magari possiamo sperare che alcune persone siano almeno delle comparse. Almeno da spettatori ci rimane il diritto di rumoreggiare, applaudire i nostri idoli, o le scene che ci sono piaciute, ci hanno toccati, ci hanno commossi. Gridare i nostri "Buuuuh" ai personaggi che odiamo, a pessime interpretazioni. Sperare che le opinioni che mostriamo servano a fare cambiare qualcosa sul palco. O magari non siamo neppure spettatori. Stiamo lì e basta. Intorno a noi si svolgono gli atti della commedia, della tragedia, del dramma, di quel che è, come se noi fossimo la scenografia, anche meno. E intanto cosa? Ci chiamiamo speciali. Gridiamo a noi stessi che la mediocrità è di per sè speciale. Che immersi in masse mute, la nostra voce può farsi sentire. Io non la sento. Non mi piace il teatro. Il teatro puzza. Preferisco stare al parco di fuori e leggermi cosa ha scritto l'autore. Evito anche la critica. I critici sono i peggiori spettatori, perchè pretendono di aspettarsi qualcosa. Al kebabbaro ordinano il kebab, e non considerano neppure il felafel, ma poi si lamentano. Scelgono sempre la pizza dal menu, senza considerare variazioni sul tema, e storcono il naso se qualcuno propone variazioni sul tema. Ma poi perchè? Scegliere sempre solo dal menu forse li distingue in qualche modo da qualche cosa, ma secondo me li distingue solo per il fatto che tutti insieme su una massa di non-individui indistinguibili gli uni dagli altri. Se fossimo suoni, loro sarebbero una singola noiosa parola, ripetuta ossessivamente al punto da farle perdere ogni significato. Se fossero un coloro sarebbero tutti insieme un unica macchia di una tinta tra il marrone e il grigio. A me piacerebbe essere il colore che prende l'acqua quando cade, e la luce l'attraversa da ogni direzione. Non che io lo sia. Oltre tutto la troppa luce mi infastidisce, mi acceca, mi stanca proprio fisicamente. E con la troppa luce in genere fa anche caldo, e sono ancora meno propenso a sopportare il caldo rispetto alla luce. Peggio del peggio se il caldo è anche umido. Si suda come dei muli sovraccarichi semplicemente standosene sdraiati accanto ad un ventilatore. Non ci si può muovere che si comincia a grondare da ogni poro. Siamo esseri disgustosi: gli uccelli non sudano. Noi invece abbiamo ereditato anche questa simpatica caratteristica dalle scimmie. Oppure, se vogliamo ascoltare altri, Dio suda e puzza, perchè è come noi. Ed essendo come noi, anche lui è insignificante in mezzo a tanti altri simili. E allora che razza di Dio sarebbe? La religione riesce sempre a raggiungere apici di insensatezza ineguagliabili. Al cattolicesimo mancherebbe solo di dare la comunione con dei ferri da stiro e farebbe jackpot. Ora che l'ho scritto, probabilmente da qualche parte a qualcuno è venuto in mente che non sarebbe una cattiva idea, e si sta attivando per realizzarla. Inoltre ho paura che esista del porno che comporta un uso creativo dei ferri da stiro. Giusto a dimostrare che non stiamo bene, come specie. Specie noi altri, che fin da bambini siamo stati costretti ad imparare cose. Cose fondamentalmente inutili o inutilizzabili, ma che se messe tutte insieme ci mostrano chiaramente come sia fuori da ogni logica l'esistenza del genere umano. Saremmo frutto dell'evoluzione di scimmie. Secondo la selezione naturale, quindi, prendendo un umano medio e mettendolo in una foresta dovrebbe cavarsela meglio di uno scimpanzè? Siamo una devoluzione, o al meglio una situazione transitoria. Probabilmente tra qualche generazione faremo il salto della singolarità, e riusciremo a non essere più degli squallidi bonobi glabri. Magari riusciremo persino a non annichilire il nostro pianeta nel frattempo. Ma questo solo con tanta fortuna. è più probabile che porteremo questa sipatica massa d'acqua che chiamiamo Terra allo sfacelo, e anche in fretta. Vedo continenti adibito a parcheggio per i dirigenti. Vedo anche palloni sospesi per aria e contenenti ecosfere agricole. Ma non durerebbero. Qualche imbecille sbaglierebbe manovra con un aeroplano, e allora BOOM!. E poi per anni, all'anniversario, si riproporrebbero le stesse immagini, idee sempre più vecchie, lunghi elenchi di nomi. Fino a quando non capiti qualcosa di almeno altrettanto grosso, tipo la morte per ictus di qualche ciccione televisivo. Allora lì settimane di tv elegietica, un unica grande opera per celebrare a morte, massificandone immagini e simboli. Così tutti si sentiranno vicini ad un perfetto sconosciuto, e a distanza di mesi potranno guardare le stesse immagini soddisfatti, dicendo che era un grand'uomo e che "hey, guarda, quello sono io! Vedi, là in basso a sinistra. Son quello con la giacca di pelle marrone. Quello dietro la signora obesa col cappellino ridicolo che piange bagnando il cagnetto striminzito che ha in braccio." Non ci vergognamo? Io ci vergognerei se anche solo sperassi che possa servire a qualcosa. Ma poi la gente mi viene a dire che è giusto così (non normale, che avrei anche potuto capire, ma proprio giusto) perchè era una persona importante e buona e saggia e chissà che altro, quando le stesse persone che dicono queste menate hanno passato tutta la sua vita/carriera ad insultarlo per questo o quello (abitudini con le droghe, con l'alcol, col cibo, con le donne, con le tasse). Bene, io dico, bravi. Applausi davvero. Applausi anche per chi passa metà del suo tempo di veglia bestemmiando ed insultando il clero, e poi non perde occasione per mostrarsi a messa se ritiene che socialmente questo possa dargli qualche vantaggio o comodità. Complimenti. E poi come ci si può permettere di lamentarsi del comportamento dei "nostri rappresentanti eletti"? Come si fa, considerando che non si perde poi occasione di sottolineare come al loro posto si farebbe anche di peggio? Dovrebbero lasciare fare a me. Una dittatura tutta mia, dove prendo la gente, una persona per volta, li metto in una stanza e li guardo attraverso un vetro. Gli faccio una domanda ogni tanto. Poi decide a che tipo di lavoro forzato metterli. Farebbe schifo? Sì, certo. A me per primo. Ma che cosa volete, almeno mi leverei qualche soddisfazione a vedere un Mastella a spalare merda, o un Costanzo a raccogliere pomodori. Come potete vedere sarei anche clemente.

21 commenti:

Jager_Master ha detto...

una fatica inenarrabile a leggere.
però bello.
ti amo.

la zuppa ha detto...

bello bello.
io ti voto ma non sottovalutare mai la maneggevolezza della sparachiodi.

sottospecie di eutanasia sociale. persone che non sono popolo che. in fondo anarchici buoni

Anonimo ha detto...

cazzo sono arrivato al fondo e non mi ricordavo più cosa c'era scritto all'inizio

Matteo Piovanelli ha detto...

blah blah blah...
Rileggendo ho scoperto innumerevoli (per mancanza di voglia di contare) errori grammaticali che non mi va di correggere.

E comunque sono abbastanza tutte cose che penso, in una forma o nell'altra.

bimbapixie ha detto...

Sì, ma il teatro...

SNIFF...

Il teatro...


SOB


Uffina, il teatro è la più grande invenzione dell'umanita. Ma forse è l'esaltazione dell'umanità stessa, per questo non ti piace. Espressioni esagerate, voci esagerate, movimenti esagerati, pianificazione di movimenti in modo da renderli il più visibili possibile al pubblico. Forse anche per questo ti piace "Aspettando Godot". Anch'io lo amo, ma apprezzo anche il teatro in generale, pur se esaltazione dell'umanità, perchè se lo guardi da un determinato punto di vista, non può fare a meno di apparirti tutto grottesco e burattinoso. Umanità all'ennesima potenza carne vestiti occhisgranati wow è così repellente che non puoi non amarlo.

Matteo Piovanelli ha detto...

teatro = vita (non in senso biologico)

metafora:
me|tà|fo|ra
s.f.
1 TS ret., ling., figura retorica che consiste nel trasferire il significato di una parola o di un’espressione dal senso proprio a un altro figurato che abbia con il primo un rapporto di somiglianza (per es.: sei un leone, sei forte come un leone)
2 CO estens., parola, espressione figurata


anche se non proprio

Matteo Piovanelli ha detto...

con teatro non intendevo il teatro come "genere" (forma d'arte).
Era un'immagine metaforica che riguardava la vita e la Storia (sì, con la esse maiuscola)

Matteo Piovanelli ha detto...

questo perchè non avevi capito

bimbapixie ha detto...

Ah, bene, era l'unica cosa che non avessi inteso in senso metaforico. Tipo, mi sembrava uno stacco di realtà dopo una metafora elaborata.

Matteo Piovanelli ha detto...

ottimo


complimenti

bimbapixie ha detto...

grazie grazie eheh

la zuppa ha detto...

siete piacevolmente complessi

Matteo Piovanelli ha detto...

complessivamente ci piace essere

domenico ha detto...

bello bello
unico problema il carattere piccolo e ravvicinato che mi ha tediato gli occhi ^^
sai che invece a me, per un secondo, una volta l'idea di prendere il felafel passò per la testa? ^^
ma poi piovverò i kebab dal cielo e...
votabovazvotabovazvotabovaz
he he he
dome

Matteo Piovanelli ha detto...

io ci penso spesso al felafel, ma lo accompagnerei con un kebab, per avere la mia dose di carne.

voglio assaggiare

KHOSRAU IV ha detto...

why not linger on a meaningful nonrandom rant just for fun?

Matteo Piovanelli ha detto...

senza offesa,
for fuck sake

Matteo Piovanelli ha detto...

e comunque il significato è sopravvalutato, oppure non esiste.
anche la conseguenzialità.

e a me piace usare i trattini quando scrivo

trattino non è una di quelle parole là che hanno subito il significato.

KHOSRAU IV ha detto...

no offence taken, anyway...
I must say I quite like the way you say things, but some passages sound obscure to me.
There's no such thing as meaning in nature, but whenever you say or write something, you do mean, even if you don't have a clue about what.
Signs are statements. Trouble is whether you care if others grab what you are after.
Hi, mate

KHOSRAU IV ha detto...

Bye, rather!

Matteo Piovanelli ha detto...

in effetti credo che ognuno sia libero di capire ciò che gli pare di ogni cosa. Se poi quel qualcuno vuole sapere la mia opinione la riporto senza problemi. ma anche di quella possono capire cosa gli pare. Se poi qualcuno vuole sapere la mia opinione sulla mia opinione la riporto senza problemi. e così via così via.